N. 25 del 22 luglio 2024
Sullo Ius Variandi SNA è disponibile a un confronto con l’ANIA
Il Sindacato Nazionale Agenti ha inviato una lettera ufficiale all’ANIA con la quale, ribadendo il proprio dissenso sulla diffusione delle clausole di Ius Variandi nelle polizze, “confida nell’apertura di un confronto chiarificatore, che abbia quale fulcro l’interesse dell’utenza e la tutela degli Intermediari professionali di assicurazione”.
SNA ha ricordato di aver inoltrato un esposto all’Autorità di Vigilanza ed ha affermato che “si tratta in alcuni casi di clausole che arrecano pregiudizi rilevanti all’utenza, inserite nelle polizze destinate a consumatori e imprese, con risvolti estremamente preoccupanti in alcuni rami come ad esempio quello malattia”.
Come è noto, le norme che regolano l’intermediazione assicurativa richiedono agli agenti di agire sempre nel migliore interesse del consumatore, interpretandone le esigenze e proponendo soluzioni assicurative coerenti e capaci di soddisfarne gli interessi. Questo principio vincolante – e convintamente condiviso dalla categoria – mal si concilia con l’inserimento nelle condizioni di polizza del diritto unilaterale delle imprese di assicurazione di modificare le condizioni di polizza quando ne ravvisino la necessità, talvolta ricorrendo a riforme massive di portafoglio, ovviamente in peius, che prevedono anche forme di incentivazione degli agenti.
“Il Sindacato Nazionale – ribadisce la lettera inviata all’ANIA – disapprova qualsiasi formulazione dei contratti di assicurazione che consenta alle imprese di svincolarsi dalle obbligazioni assunte o di modificare in peius le originarie clausole contrattuali; per tale ragione a tutti gli Agenti associati allo SNA è stata rappresentata la specifica problematica qui esposta, rilevando la particolare attenzione che dovrà essere posta in sede di proposta di contratto, rispetto a possibili ipotesi di ius variandi delle polizze a maggior ragione in sede di riforma di quelle in corso”.
“Gli Agenti assicurativi associati allo SNA – chiarisce il Sindacato – sono concordi nel ritenere la suddetta prassi contraria agli interessi dell’utenza e pertanto si dissociano da ogni e qualsiasi responsabilità che possa essere a loro addebitata dai clienti, rilevando che i pregiudizi connessi alla predisposizione di clausole che consentano alle imprese di modificare in senso peggiorativo le condizioni contrattuali, sono da imputarsi unicamente alle compagnie di assicurazione”.
Il Sindacato ha comunque ribadito la propria disponibilità ad un confronto con l’Associazione delle imprese al fine di “circoscrivere e delimitare il fenomeno della reformatio in peius, non solo nel corso della vigenza delle polizze, ma anche nell’approssimarsi della loro scadenza”.