N. 5 del 7 febbraio 2024

Obbligo Assicurativo veicoli non circolanti. SNA chiede al Ministero l’interpretazione autentica della norma

Ministero

La recente emanazione del D.Lgs 184 del 22 novembre 2023, che prevede l’estensione dell’assicurazione obbligatoria Rc auto a tutti i veicoli, compresi quelli non circolanti, ha lasciato perplessi gli addetti ai lavori per le difficoltà interpretative che ne rendono estremamente difficile l’applicazione.

Per questo motivo, con una lettera a firma del Presidente Claudio Demozzi, il Sindacato ha inviato al Ministero delle Imprese e Made in Italy un interpello con il quale chiede l’interpretazione autentica della norma, ponendo precisi quesiti e mettendo l’accento su diversi aspetti che richiedono approfondimenti e chiarimenti.

Con il supporto tecnico della Commissione Rc Auto, coordinata da Paolo Bullegas e composta da Giacomo Castoldi, Carlo Colombo e Massimiliano Prò, SNA ha posto in evidenza, con precise argomentazioni, tutte le criticità rilevate.

La norma in questione, infatti, sembrerebbe non doversi applicare ad alcune categorie di veicoli, quali quelli fermi non posti in circolazione e custoditi in fabbricati o nei box privati, quelli sottoposti a fermo amministrativo e quelli oggetto di sospensione volontaria da parte del proprietario. È evidente che gli effetti del provvedimento, in termini di tutela sociale, verrebbero notevolmente limitati, lasciando esposti gli eventuali danneggiati da sinistri causati dai veicoli in questione.

La lettera al Ministero, inoltre, ha posto in evidenza il tema degli elevati costi a carico dei consumatori per la stipula di polizze Rc auto che comprendono anche il rischio da circolazione e non il solo rischio statico, molto meno costoso, come lo stesso Sindacato aveva suggerito in più occasioni durante l’iter parlamentare del provvedimento. Considerato che il rischio effettivo di sinistrosità dei veicoli sottratti alla circolazione è limitato a poche casistiche, l’onere posto a carico dei consumatori appare davvero sproporzionato rispetto alla reale esigenza di tutela sociale.

“Fare chiarezza sull’applicazione della norma è un’esigenza a tutela degli assicurati e degli operatori, che sono chiamati a dare corretta informazione e dell’intero sistema Paese. Per questo il Sindacato Nazionale Agenti si è confermato a disposizione del Ministero con il contributo della propria esperienza e competenza”, ha affermato il coordinatore della Commissione RC auto Paolo Bullegas.

2^ CONFERENZA DEI QUADRI SINDACALI. GLI ARGOMENTI TRATTATI

Si è svolta il 2 febbraio scorso la seconda Conferenza Nazionale dei Quadri Sindacali, un appuntamento che sta diventando ormai un’occasione molto importante di dialogo tra i vertici dello Sna, attraverso il quale, in maniera molto fruibile ed utile, viene dato spazio ai Quadri sindacali di intervenire sugli argomenti di maggiore interesse esposti nella sua introduzione dal Presidente nazionale Claudio Demozzi.

Innanzitutto, la proprietà dei dati e la risposta dell’Antitrust circa l’assoluta liceità del programma Archimede predisposto da Sna per consentire ai propri iscritti di acquisire la proprietà industriale dei data base di agenzia; quindi l’aggiornamento circa le richieste di modifica della norma riguardanti il Preventivass, la delusione per il parziale accoglimento delle istanze sindacali da parte dall’attuale Governo che aveva dato invece l’impressione di essere molto propenso a seguire le indicazioni del Sindacato; la contestuale soddisfazione per il recepimento della richiesta di escludere gli agenti e i loro collaboratori dal pagamento dei contributi Enasarco sulla nostra categoria e quella dei collaboratori.

I risultati ottenuti non sono però quelli che ci si aspettava, ha proseguito Demozzi, rispetto ad esempio al Disegno di Legge per la tutela della figura dell’agente professionista presentato come primo firmatario dal sen. Andrea De Bertoldi e come secondo firmatario proprio l’attuale Ministro Urso.

Bandiera SNA

Forse, ha concluso Demozzi, dovremmo pensare a una nuova manifestazione pubblica per far sentire alta la nostra voce, ma i limiti posti per motivi di sicurezza alle proteste di piazza limiterebbero la nostra visibilità agli occhi dell’opinione pubblica e inoltre le motivazioni gravi che stanno alla base delle nostre lagnanze sarebbero di difficile trasferimento ai consumatori, portati probabilmente a semplificarne l’interpretazione, considerandole semplici richieste corporative.

Nei vari interventi, alcuni molto efficaci nel loro essere sintetici, ma estremamente pratici, il denominatore comune sembra essere quello di esortare il gruppo dirigente e tutti gli iscritti a lavorare di più su una comunicazione sindacale univoca, sfruttando anche i canali social, per dare voce in maniera più efficace alle nostre richieste nei confronti del Governo e delle Istituzioni, in particolare dell’Ivass.

La richiesta di mettere a punto un ambiente tecnologico che contenga al suo interno la soluzione integrata di tutti i servizi informatici connessi alla compliance normativa e amministrativa dell’agenzia, oltreché alla gestione della clientela con particolare riferimento alla titolarità autonoma dei dati e alla loro proprietà industriale, sia pure legittima, è apparsa di difficile realizzazione in considerazione degli strumenti messi a disposizione dal mercato.

Di notevole interesse la proposta di ridare vita all’Albo degli Agenti di assicurazione per vedere riconosciuto da parte delle Istituzioni e dell’opinione pubblica un profilo professionale e sociale di maggiore spessore. Ciò consentirebbe anche di sedersi ai tavoli di trattativa con la controparte Ania potendo contare su un peso negoziale più incisivo di quanto non avvenga oggi.

I lavori si sono chiusi intorno alle 18 con la replica conclusiva del Presidente Demozzi il quale ha espresso la propria soddisfazione per l’ampiezza e la profondità degli argomenti trattati che lo incoraggiano a prevedere analoghi appuntamenti anche nei mesi futuri.

RIFORME DI PORTAFOGLIO IN PEJUS. SNA INCONTRA L’IVASS

IVASS

Si moltiplicano i casi di richieste di riforma dei portafogli con riduzione delle garanzie offerte al cliente dalle polizze in essere. Il problema è estremamente grave, giacché coinvolge direttamente la responsabilità degli agenti i quali, secondo la normativa in vigore, hanno il compito di verificare la rispondenza delle polizze alle richieste ed esigenze dei clienti, assumendosi la responsabilità dell’atto finale della stipulazione e risultando così l’elemento più esposto della filiera distributiva.

Lo scottante tema è stato oggetto, nei giorni scorsi, di un incontro con l’IVASS al quale ha partecipato una delegazione del Sindacato composta dal Presidente Claudio Demozzi, dai Vicepresidenti Elena Dragoni e Sergio Sterbini e dalla collega Laura Puppato.

Nel corso dell’incontro è stata consegnata all’IVASS la documentazione relativa a numerose segnalazioni pervenute al Sindacato, con particolare riferimento ai casi Vittoria, Zurich, Allianz, Generali, Reale Mutua, UnipolSai, ed altre ancora.
 
Secondo il Sindacato, gli incentivi riconosciuti agli agenti per le azioni di riforma in pejus delle polizze hanno evidenti profili di illegittimità, mentre diversi interrogativi sorgono anche sulla questione dello “ius variandi” nelle polizze, attuato mediante inserimento nei contratti di clausole che riservano alla compagnia il potere di modificare unilateralmente le condizioni ed il premio inizialmente pattuiti con il cliente.

“La prima linea difensiva contro simili comportamenti – ha commentato il Presidente Demozzi – deve essere l’azione decisa dei singoli Gruppi Aziendali Agenti, che per primi possono intercettare queste azioni delle compagnie e dunque mettere in atto i necessari interventi a tutela degli agenti e del loro rapporto con i propri clienti. Il Sindacato, sempre pronto ad intervenire come in questa circostanza, rischia di muoversi in ritardo se non prontamente allertato proprio dai Gruppi Agenti che a volte purtroppo appaiono distratti su questioni la cui rilevanza è palese”.

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